Pittore, incisore e architetto tedesco. Si rivelò fin
da giovane come uno dei pittori meglio dotati della scuola danubiana, insieme a
Cranach il Vecchio, Wolf Huber e Breu il Vecchio. Oltre che nella pittura,
eccelse anche nell'incisione e nella miniatura. A parte un soggiorno a Vienna
nel 1535, trascorse tutta la sua vita a Ratisbona dove fu consigliere e
architetto del Comune. Dalle sue prime opere si suppone che abbia conosciuto
Kolderer e Dürer. In questi quadri, infatti, il paesaggio svolge il ruolo
di protagonista ed è interpretato come natura lussureggiante e ricca:
è il caso del
S. Francesco, del
S. Gerolamo, di
La
famiglia del satiro, del
Riposo durante la fuga in Egitto e
soprattutto del
San Giorgio. Più tardi (1509-1511)
A.
rimase colpito dall'arte di Cranach, alla quale si accostò in opere di
vasto respiro, forse non prive di suggestioni del Rinascimento italiano, come
nella
Storia di Susanna o nella
Crocifissione (Museo di Kassel) e
in
I due S. Giovanni (Ospedale di S. Caterina a Stadt-am-Hof, Baviera),
dipinti nei quali si avverte una maggiore monumentalità e dove le figure
umane si stagliano su ampi paesaggi. Per l'attenzione data agli scenari naturali
A. fu il precursore della pittura di paesaggio come genere autonomo.
L'opera che meglio testimonia la sintesi del suo stile è l'
Altare di
San Floriano (ora smembrato fra gli Uffizi di Firenze e il Museo di
Norimberga). In essa si avverte da un lato l'influsso del Rinascimento, nella
ricerca spaziale e nelle rappresentazioni architettoniche, dall'altro la ricerca
personale di un colorismo unico, nel quale ora predominano toni freddi e puri,
ora si creano effetti di luce notturna, non senza una accentuazione della
drammaticità delle figure.
A. dipinse anche paesaggi puri come
La veduta del Danubio fuori Ratisbnona (Monaco, Alte Pinakothek) e il
Paesaggio con ponte (Londra, National Gallery). Abbandonata per un certo
periodo la pittura, l'artista si volse con entusiasmo alla xilografia. In queste
opere la figura umana acquista una dimensione più autonoma (
Caduta e
redenzione del genere umano, 1514) e
A. dimostra di essere ormai
prossimo alla completa maturità, che sarà raggiunta tra il 1520 e
il 1525, in una stupenda serie di nove acquaforti di paesaggio e nella bella
Madonna di Ratisbona. Tra le altre più importanti tele del
pittore, che è stato annoverato tra i massimi rappresentanti del
Rinascimento tedesco, ricordiamo ancora la
Natività, la
Madonna (Galleria di Budapest) e soprattutto la
Battaglia di
Alessandro e Dario ad Isso, commissionatagli da Guglielmo di Baviera nel
1528. Negli ultimi anni di vita
A. subì un'evoluzione in senso
manieristico (ne sono un esempio i frammenti degli affreschi del bagno vescovile
a Ratisbona, dove domina una decorazione prospettico illuministica). Tra le
ultime opere si possono ancora ricordare il quadro
Loth e le figlie
(Vienna, Kunsthistorisches Museum) del 1537 che si caratterizza per il forte
plasticismo delle figure e il dipinto che illustra il motto
La boria reca la
povertà sullo strascico (forse Ratisbona 1480 circa - Ratisbona
1538).
Albrecht Altdorfer:“La battaglia di Alessandro Magno”, Monaco, Alte Pinakothek
Albrecht Altdorfer: “Il congedo di S. Floriano”, Firenze,Uffizi